Infrastrutture e architettura

Le infrastrutture viarie e molti centri del Salento risalgono a epoche molto antiche, e vennero costruite in parte già ai tempi dei Messapi. È il caso di Rudiae vicino a Cavallino, città messapica situata a sudest di Lecce, o anche delle città di Tricase, Vaste e Soleto. Molti paesi risalgono perciò a dei villaggi fondati dai Messapi, dagli antichi Greci o dalle truppe romane. Vennero costruiti lungo le vie di comunicazione di allora, che collegavano i villaggi della costa con l’interiore, e che portavano merci e persone verso nord. Il paesaggio salentino è caratterizzato dai muri a secco, che servono a delimitare le parcelle dei contadini, e che vengono costruiti con le pietre ricavate dai campi. Da magazzino per gli arnesi o da rifugio in tempi di mietitura servono i "furnieddhi" o "furnì". Sono delle abitazioni semplici di forma conica in pietra naturale, che assomigliano molto ai trulli (dal greco τρούλλοι) della Puglia centrale. Nella costruzione degli edifici è tipico l’uso del tufo, della cosiddetta "pietra leccese", che viene ricavata in cave sparse per la provincia, così come per esempio a Soleto. Essa è il materiale di costruzione che dà l’aspetto tipico ai centri salentini. Nell’architettura, l’occidente e l’oriente si fondono mediante i stili di costruzione spagnoli, bizantini e saraceni, che in sintesi compongono l’edificio salentino tipico ed originale.

A Lecce si può accedere al centro storico attraverso le antiche porte di San Biagio e di Napoli, contemplando gli onnipresenti ornamenti tenuti in stile barocco. soprattutto gli edifici sacri a partire dal XVII sec. furono adornati in maniera barocca, e forse anche ecessivamente. Fatto però non sorprendente per i tempi di controriforma nei quali il papa, dopo il concilio di Trento tenutosi nel 1545, puntò allo sradicamento completo del rito greco-ortodosso dal suolo italiano, il quale all’epoca in Salento aveva ancora molti fedeli. Moltissime chiese furono ingrandite o rimodellate dai re borboni a cavallo del XVII e XVIII sec., fatto evidenziato dalle date scolpite nelle facciate e nei campanili. Molte di queste chiese erano frequentate da credenti greco-ortodossi che, tramite il sontuoso barocco, dovevano essere impressionati e convinti della gloria, grandezza e magnificenza della chiesa romana.

soprattutto nella fascia compresa tra Gallipoli e Otranto è comune trovare la casa a corte (dal greco μεγάρον), la corte plurifamigliare con cortile antistante e portale d’accesso, che è usuale trovare anche nei balcani, cioè in Albania e in Grecia. L’avlí (η αυλή) o cortile all’interiore era il luogo dove si svolgeva la vita famigliare. I migniani sono un altro elemento architettonico reperibile nei balcani, e che permettevano agli abitanti dell’edificio la vista sui stretti vicoli sottostanti l’abitazione.



Immagini prese dal libro:
Grecia Salentina: Arte, Cultura e Territorio; Congedo Editore