La
cultura salentina è fortemente dominata dallo stile di vita mediterraneo,
ed è stata dagli inizi fino a circa cinquant’anni fa all’insegna dell’agricoltura,
la pastorizia e l’artigianato. L’istituzione sociale più importante è stata
quasi sempre la chiesa, la Cattolico-Romana come anche la Greco-Ortodossa,
la quale è rimasta presente sul territorio fino agli inizi del secolo
XVIII, fino al 1453 sottostante al patriarca di Costantinopoli e come chiesa
cattolicobizantina-uniata dopo. Il feudalesimo imposto dai Normanni in seguito
alla loro presa di potere ha incentivato le contraddizioni economiche e la
povertà in seno alla società salentina, causando ineguaglianze
percepibili fino ai tempi attuali, e bloccando ogni possibilità di
sviluppo per la popolazione comune. L’apertura della società dopo i
conflitti mondiali scombussolò, come anche in altre regioni del mezzogiorno
d’Italia, qualche tradizionale equilibrio sociale portando però a molta
gente, grazie anche alle sovvenzioni da Roma e dall’UE,
un modesto benestare.
I salentini generalmente sono un esempio di modestia, ma durante la loro
storia hanno dato prova di grandi capacità. Così per esempio nell’architettura e nell’edilizia, nel artigianato e nella produzione e diffusione di scritti liturgici. Si ammirino solo le chiese e le cappelle a Otranto, Nardò o in qualsiasi altro centro. Gli edifici nei centri storici dei paeselli nell’interiore della penisola, le molte scritte in latino ed in greco e le sculture nelle facciate delle case, i cortili e le piazze e la grande offerta di articoli d’artigianato.